A proposito dell' artista
Maria Beatrice Coppi è nata a Modena, ma è cresciuta e vissuta per lungo tempo a Roma.
Attualmente risiede e lavora a Firenze dove si è ancor più affermata nel mondo dell’arte per merito della sua insaziabile sete di apprendere le molte tecniche pittoriche e scultoree che l’hanno sempre affascinata. Artista di raffinata sensibilità e cultura, Maria Beatrice Coppi ha compiuto studi classici che solo in un secondo momento ha potuto integrare con quelli artistici, perché in passato e in certi ambienti quest’ultimi erano proibiti: ha seguito così corsi privati di disegno (focalizzandosi sul nudo e sulla prospettiva) e sul colore (compreso soprattutto il guazzo, l’acquarello e l’olio). È soltanto quando già sposata e con due figli, che la modenese è riuscita ad iscriversi all’Università e a studiare arte col prof. Ragghianti. Si è specializzata quindi nel restauro di tele, tavole ed affreschi. Nei suoi quadri c’è molta passione, una passione in grado di coinvolgere gli osservatori dei suoi elaborati artistici grazie soprattutto a linee e toni. In seguito ha frequentato anche la scuola di ceramica di Vainella e quella di scultura sotto la guida del maestro Salvatore Cipolla, il quale è stato fondamentale per l’estro della creativa. Il noto ceramista italiano ha spesso sottolineato la caparbietà con cui Maria Beatrice Coppi ha sempre sperimentato le potenzialità offerte dalla lavorazione plastica della ceramica e specialmente la bellezza della policromia ottenuta con il neriage. Al neriage, la Coppi ha affiancato la lavorazione della ceramica a lucignolo e a lastra; abile inoltre con il gres policromo, chamotte e smaltato. Notevoli altresì le sue realizzazioni in bronzo, con la pietra e con il vetro soffiato per forgiare teste secondo un procedimento sofisticato e di resa parecchio difficoltosa ma che le hanno permesso di raggiungere una ricchezza espressiva assai rara. Attenta osservatrice della natura, Maria Beatrice trae da essa ispirazione per le proprie opere con tema paesaggi e figure umane. Dipinti, quelli della donna, in cui imprime e traspare tutta la sua energia vitale e maestria. Tale vitalità e determinazione, comunque, non stupiscono dato che è la stessa geminiana ad affermare <<Vivere è lottare, piangere e gioire, saper apprezzare le piccole cose e amare. In parole povere, essere consapevoli di questo cammino di carne e spirito, di miseria e di sublime, di relatività ed eterno, nella pochezza e nell’immensità dell’infinito>>. Segnata da due tragedie, la Coppi è riuscita non di meno ad essere e dimostrarsi forte, e perciò a realizzare altresì numerose esposizioni in Italia e all’estero. Soltanto per ricordarne alcune, nel 1969 la Collettiva Mostra Artigiana a Massa Marittima e nel 1971 la prima Personale alla Galleria Il Grifo di Grosseto. Varie le esposizioni a Follonica (nel 1974, 1975, 1976), nel 1985 l’invito al Festival dei Due Mondi a Spoleto, nel 1987 la Personale all’Hotel Hilton di New York e nel 1988 quella al Club Militare di Caracas.Per svariati anni Maria Beatrice Coppi ha persino esposto con largo consenso di pubblico e di critica in musei e Comuni. Nel 2005, ad esempio, la Personale di pittura e scultura alla Galleria Comunale di Arte moderna e contemporanea di Arezzo-Sala Sant’Ignazio e, nel 2017, è da ricordare la sua partecipazione alla Biennale di Venezia-Padiglione Guatemala. Nel medesimo anno, è stata nominata Accademica d’Onore al Polo Museale Fiorentino.