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GLI INGRANAGGI DEL TEMPO  - VENDUTO -

GLI INGRANAGGI DEL TEMPO - VENDUTO -

1,82x1,82  Scultura in bassorilievo su pannello di legno. 2020

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1,82x1,82  Scultura in bassorilievo su pannello di legno costruito a mano dall’autore. Materiali usati: vernici metalliche, colori acrilici e ad olio, polistirene estruso, resina epossidica, schiuma poliuretanica, colle e stucchi. 2020

Storia ispirativa e cronologica dell’opera L’ispirazione, nata qualche anno fa riflettendo sul rapporto “Tempo-Libertà”, è stata Influenzata sicuramente dalla mia lunga vita professionale a stretto contatto con l’orologeria. Prima di tutto ho compiuto ricerche verificando che nessun altro avesse mai realizzato il genere di lavoro che avevo in mente, perché difendere l’unicità dell’opera che vado a fare è per me sempre stata regola primaria. Inoltre, andando a riprodurre un orologio, questo doveva essere a mio parere assolutamente il Top, un pezzo da collezione.Ho maturato quindi l’idea di realizzare un manufatto di grandi dimensioni, pensando di ingrandire fedelmente uno dei movimenti meccanici più complicati, eccellenza dell’orologeria mondiale: un pregiato orologio d’epoca, svizzero (di Chaux -de-Fonds), da taschino, in oro, marcato “Humbert Ramuz” (nome del fondatore), con funzione di orario, cronometro, e ripetizione sonora delle quattro fasi orarie, premiato con medaglia d’oro all’Expo di Parigi nel 1889. Ero consapevole di avventurarmi in un lavoro complesso che avrebbe richiesto molto tempo e presentato diversi ostacoli ma, essendo un idealista, mi sono sempre piaciute le sfide al limite. La costruzione del grande pannello circolare ha rappresentato il primo problema. Avevo pensato a una dimensione di 2 metri ma ho dovuto ridurla a m.1,82 perché la struttura lignea si sarebbe sicuramente incurvata. Secondo problema: l’eventuale trasporto dell’opera; per questo motivo ho costruito due semicerchi di m.1,82 x 0,91, con raggiera di sostegno, che si potessero unire o separare a piacimento con apposite chiavi in acciaio. A questo punto, seguendo uno schema predefinito, ho iniziato la costruzione del meccanismo vero e proprio, a più livelli materici, usando i miei soliti materiali, colorazioni varie e vetrificazioni che risaltassero le superfici lucide e quelle opache. Una volta ultimato il meccanismo dell’orologio ho iniziato a sviluppare il concetto della mia ispirazione: “L’uomo di oggi è sempre più avvolto dagli ingranaggi di un tempo che gli ruba la libertà e a volte anche la dignità; spesso se ne accorge quando è troppo tardi”. 

Per sviluppare questo tema ho pensato di coinvolgere tre generazioni e metterle a confronto. Consigliato da mia figlia ho deciso di “pescare” in famiglia scegliendo me stesso, mio figlio ed un mio nipotino. Ora si trattava di inserire i tre attori e stabilirne l’azione che doveva facilitare la ricezione del messaggio finale indirizzato all’osservatore dell’opera. Non è stato facile perché bisognava inserire questi personaggi in posizioni strategiche del meccanismo, che doveva fornire punti di appoggio precisi che ne giustificassero l’azione. Anche la proporzione dei tre era molto importante perché non doveva rompere l’equilibrio visivo tra il movimento  immaginifico delle parti meccaniche e quello umano, anzi, se possibile armonizzarne la scena complessiva. Al tempo stesso il contrasto tra l’azione fredda del congegno meccanico e quella vivida dei tre personaggi doveva risultare accentuata.Il mio nipotino in mutandine colorate rappresenta la prima età, l’innocenza, con la clessidra del tempo ancora quasi piena arrampica verso l’alto, ha fretta di crescere, anche il suo piede di appoggio tenta di anticipare il tempo abbassando la leva verso la “A” (anticipo). Mio figlio, in abiti alla moda, rappresenta la seconda età con la clessidra del tempo mezza piena; un giovane uomo in carriera in costante movimento (soldi in mano, cellulare in tasca) che viene trascinato per la lunga cravatta dall’ingranaggio centrale rappresentante la catena di montaggio e quindi il condizionamento e di conseguenza l’indottrinamento dell’uomo moderno. E poi ci sono io seduto in basso, finalmente in abiti anticonvenzionali, che significano una raggiunta e conquistata libertà di espressione; terza età alle porte, osservo la sabbia che rimane nella mia clessidra, l’età che dev’essere quella della riflessione di come si è speso il proprio tempo passato che non tornerà e cosa si vuole da quello che resta da vivere.

Durante la realizzazione delle mie opere, nella mia testa, c’è quasi sempre in sottofondo una musica o una canzone che ronza e accompagna il procedere del mio lavoro. In questo caso è stata “La stagione dell’amore” di Franco Battiato. 

Una curiosità: ad opera quasi terminata, casualmente o forse no, ho visto alcune immagini di un film muto del lontano 1936 titolato “Tempi moderni” con un Charlot costretto in una serie di ingranaggi simili  a quelli del mio orologio. Charlie Chaplin aveva precorso i tempi affrontando già allora il tema dell’uomo prigioniero nella catena di montaggio in una fabbrica. Incredibile vero?

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Dettagli del prodotto
CAZZOLA

Scheda tecnica

Orientamento
Quadrato
Altezza
182
Larghezza
182
Anno
2020
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